Kpoklolo

Kpoklolo è composto da quattro “distretti” che dipendono principalmente dall’agricoltura e dall’estrazione di risorse ittiche che, purtroppo, stanno diminuendo. L’esodo rurale colpisce duro. Molti abitanti del villaggio sono partiti per Lomé per cercare un lavoro meglio retribuito, per questo alcune case sono abbandonate, ma parecchi di loro hanno già fatto ritorno perché non hanno ottenuto un riscontro positivo.

Strade e spazi pubblici del paese sono mal tenuti e - a causa delle piogge monsoniche che erodono le fondamenta - alcune abitazioni sono a rischio. Nonostante questo, il borgo conserva una certa vitalità: la popolazione adulta è di circa 800 persone e sono circa 120 gli allievi in età scolastica.

La presenza nel villaggio di un pozzo costruito nell’anno 1995 da una ONG giapponese garantiva fino allo scorso anno un approvvigionamento idrico continuo e di qualità mentre attualmente la popolazione si serve di una pozzanghera, quasi completamente asciutta e utilizzata anche dagli animali.

L’istruzione scolastica dei 120 allievi avviene attualmente in tre strutture instabili fatte di pali di legno con un tetto pericolante e un pavimento in terra. Quando piove i ragazzi rimangono a casa o nelle piazze perché le aule si allagano.

Ci sono soltanto una decina di banchi mentre gli altri allievi prendono posto su mattoni che fungono da sedia e da tavolo. Simili strutture sono ancora molto comuni in Togo, perché governi e associazioni non riescono ad arrivare ovunque e perché la forza della volontà e delle braccia delle famiglie non bastano a costruire ambienti più adeguati all’istruzione. Il personale scolastico a Kpoklolo è composto da quattro insegnanti: due stipendiati dallo stato e due sono volontari. I genitori pagano una piccola tassa a copertura parziale delle spese di quest’ultimi.